di Claudio Esposito
Secondo te esiste l’amore per tutta la vita?
Tu, proprio tu che sei convinto/a del contrario, leggi qui!
Sono stato un ragazzo fortunato, la mia passione per la musica mi ha portato a soli 15 anni a suonare nei locali da ballo.
Anni di divertimento, ogni cosa da fare in compagnia degli amici è una cosa speciale!
Suonare, partecipare a concorsi musicali in giro per l’Italia, o andare a fare provini nei locali è un’occasione per muoversi in gruppo, eravamo una numerosa e affiatata compagnia di ragazzi e ragazze tra i 15 e i 20 anni.
Non era facile incastrare il mio lavoro con gli orari della musica, già allora facevo l’apprendista parrucchiere, ma, a costo di saltare i pasti, la passione riusciva sempre a vincere!
Una sera arriva Marcello, frequentatore abituale del locale in cui suonavo, insieme a lui una ragazzina minuta con lunghi capelli biondi e due incredibili occhi azzurri che gli dice:
“Non mi presenti il tuo amico?”
Mi son tuffato dentro l’azzurro dei suoi occhi e ancora non ne sono uscito.
Ho sempre vissuto in provincia e lavorato a Milano.
Il treno era un’altra occasione di divertimento, viaggiando tutti i giorni si era creata una compagnia di giovani che, tutte le mattine e tutte le sere, stessi orari e stessa carrozza, si trovava per viaggiare in allegria!
Anche Serena, la ragazza dagli occhi azzurri, studiava a Milano e dopo scuola aspettava che io finissi di lavorare per tornare a casa assieme.
Era il periodo in cui ancora in Italia c’era una certa contrapposizione tra nord e sud, il papà della ragazza dagli occhi azzurri, nato in Lombardia, di professione barbiere diceva a sua figlia:
“Non ti fidanzare mai con un terrone (io mi chiamo Esposito), con un capellone (avevo capelli fino alle spalle) e un parrucchiere….”
La ragazza dagli occhi azzurri ha omesso di dire cognome, lunghezza capelli e professione del suo ragazzo, ma un giorno organizza una grigliata a casa sua per tutta la compagnia di amici e….
Indovina chi si è presentato con un mazzo di fiori per la padrona di casa, sua madre?
Da allora i miei suoceri mi hanno letteralmente adorato!
E anno dopo anno, arriva la famosa cartolina con cui lo stato italiano mi chiede un anno della mia vita…
Si parte per il servizio militare!
Destinazione L’Aquila, caserma del corpo degli alpini più a sud d’Italia.
Per non separarci, per stare sempre assieme, la ragazza dagli occhi azzurri parte con me, certo non poteva venire in caserma, ma si ferma in Romagna per le vacanze estive.
Tre mesi di addestramento e cibo pessimo, meno 7 chili e meno un sacco di soldi spesi nelle fantastiche trattorie della meravigliosa città che non ho più avuto il coraggio di visitare, sapendo quali sono le sue condizioni dopo terremoto.
Per la cerimonia del giuramento arriva la mia famiglia e con loro anche lei, la ragazza dagli occhi azzurri, finalmente di nuovo insieme.
Anche l’anno dedicato a servire il Paese è passato e si torna alla vita civile.
Dopo 9 anni sempre insieme decidiamo di sposarci.
Pochi soldi e tanta fantasia!
Affittiamo due locali in una vecchia casa e, in parte facendo di sana pianta e in parte restaurando vecchi mobili, nasce il nostro nido.
Pochi intimi, 40 persone fra amici e parenti: ci sposiamo nella cappella di una fattoria in mezzo ai boschi.
Due anni dopo apriamo il nostro primo negozio a Milano, i soldi non c’erano ma, grazie a un finanziatore comincia l’avventura da imprenditore.
Le nostre domeniche estive in campeggio sul lago di Como e lì si risveglia un’altra passione che avevo accantonato in un angolo del cuore: la voglia di imparare ad andare a vela.
Dopo un primo corso sul lago la decisione: si va a Caprera dove si trova la più prestigiosa scuola di vela italiana.
Altra prova d’amore: la mia ragazza dagli occhi azzurri non sa nuotare! Passa l’inverno in piscina per imparare, in primavera fa il corso di vela al lago e poi… eccoci pronti per Caprera!
1984, sono 6 anni che siamo sposati.
Anni intensi, un negozio a Milano, uno di stagione in Sardegna, una bella vita, una bella casa, l’auto che desideravo, liberi di decidere cosa fare di giorno in giorno, liberi di fare tardi la sera con gli amici ma, ci manca qualcosa per completarci…un figlio.
La mia ragazza dagli occhi azzurri è incinta, per tutta la gravidanza non abbiamo voluto sapere il sesso del fagiolino e il 9 di luglio nasce Mattia, il nome era già deciso, nel sud d’Italia Mattia si usa sia al maschile che al femminile e poi “Mattia Esposito” suona proprio bene.
Portare a casa un esserino che ti stravolge la vita è una sensazione totalmente nuova, non esiste una scuola per diventare genitori, si impara strada facendo.
1991, la ragazza dagli occhi azzurri aspetta il secondo figlio.
Come nostra abitudine, non abbiamo voluto sapere il sesso fino alla nascita.
Dopo una gravidanza complicata, con tutta la determinazione perché tutto andasse per il verso giusto, il 24 aprile, giorno del nostro 13° anniversario di matrimonio, con tanto di cena prenotata nel nostro ristorante del cuore, nasce Martina con un po’ di anticipo.
In modo affettuoso le dico spesso:
“Hai cominciato a rompere fin dal primo giorno ma, fin dal primo giorno mi hai spettinato il cuore”.
La prima cosa che ricordo di Martina è che già appena nata sorrideva.
“Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, l’ha catturato per sempre”
( Gabriel Garcia Marquez)
Due figli, il lavoro va bene e pensiamo di poterci permettere che la ragazza dagli occhi azzurri facesse solo la mamma, ma ci viene fatta una proposta da alcuni colleghi: entrare in società con loro nella gestione di uno dei loro saloni di 250 mq in una zona molto importante di Milano.
Un bel locale su due piani con profumeria, parrucchiere e centro estetico!
15 dipendenti, 500 passaggi cassa al mese: il salone girava al minimo delle sue potenzialità.
Per la profumeria al piano strada, serviva una persona fidata che se ne occupasse, chi meglio della ragazza dagli occhi azzurri?
Così, prima di Natale 91 Serena lavora in profumeria e Martina, che dipende ancora dal latte della mamma, le fa compagnia nella carrozzina.
Appena possibile anche Martina, come Mattia, viene affidata ai nonni: la mattina si esce di casa presto, bambini e cane dai nonni e noi al lavoro, ancora una volta insieme, ancora una volta una nuova avventura.
La gestione di un salone così grande è impegnativa.
I miei soci hanno altri negozi, io dirigo questo che è il più grande, e mi occupo anche dei corsi di formazione per i collaboratori dei 4 saloni del gruppo.
Entusiasmo a mille, lavoro, corsi di formazione, riunioni col personale e con i soci: si crea un bel team affiatato che porta in un solo anno il salone a raddoppiare presenze e fatturato.
Ma….dopo qualche anno cominciano gli attriti con i soci: il mio successo dimostra la loro incapacità nella precedente gestione.
Io la penso così: le società sono come i matrimoni, a volte si divorzia!
Non essendo riuscito a convincere i miei soci a cedermi le loro quote, lascio la società e con la ragazza dagli occhi azzurri e con due collaboratrici e apriamo un nuovo salone.
A 45 anni si ricomincia tutto da capo.
I miei soci sfruttando un escamotage riescono a non liquidarmi le quote societarie, io mi ero indebitato con le banche confidando di recuperare i soldi delle mie quote e così, dopo 5 anni in cui il negozio era cresciuto bene, ci troviamo costretti a vendere per fronteggiare l’esposizione con le banche.
E allora eccoci di nuovo a dover ricominciare, ma questa volta con un grande problema economico.
Fortunatamente ero comunque apprezzato per le mie capacità dai miei colleghi e riesco a trovare un lavoro che non è però sufficiente per mantenere una famiglia di 4 persone.
Mai darsi per vinto: in quel periodo facevo tre lavori, la mattina prestissimo sistemavo il reparto giornali in un supermercato milanese, finito lì facevo il rappresentante per una azienda che riforniva parrucchieri fino al giovedì, venerdì e sabato facevo il parrucchiere in un salone come freelance.
Nonostante tutto, con grandi sacrifici, riuscivamo a far fare ai nostri figli una vita in cui potevano permettersi di fare sport.
A 17 anni Mattia decide di cambiare scuola. Il liceo, nonostante non andasse male, non gli piace.
Erano le vacanze di Natale quando ci ha comunicato la sua intenzione.
In casa non si sta senza fare niente e allora, anche per cercare di fargli cambiare idea, lo porto in salone con me.
Lì scopre che, tutto sommato, fare il parrucchiere non è così male.
Si iscrive alla scuola professionale e subito la responsabile del suo corso gli propone di andare a fare pratica in un salone in pieno centro.
Da lunedì a venerdì mattina a scuola, pomeriggio in salone, sabato tutto il giorno salone, questo per due anni e poi l’opportunità di iniziare a lavorare nel salone milanese di un noto marchio inglese e l’inizio di un percorso che lo porterà a trasferirsi a Londra.
Oggi è sposato, padre di due meravigliosi bambini e manager di una casa di produzione musicale londinese.
Martina sceglie un istituto tecnico agrario data la sua passione per i cavalli e per gli animali in genere, ma dopo la scuola si rende conto che, se non hai alle spalle una famiglia nel campo agricolo, le possibilità sono pochissime.
Siamo già negli anni dell’immigrazione ed è più conveniente avere lavoratori stranieri che italiani.
Lavora in un’agenzia immobiliare come impiegata, frequenta dei corsi di onicotecnica e comincia a lavorare in un centro estetico e poi come receptionist e contabile in un grosso salone milanese in cui anche io all’epoca collaboravo.
Oggi, da poco pensionati, dopo più di 50 anni insieme, io e la ragazza dagli occhi azzurri, così mi piace ancora chiamarla, siamo ancora qui.
Dopo una vita tra alti e bassi, abbondanza economica e povertà, due figli, due nipoti e altre avventure, siamo ancora insieme a progettare il nostro prossimo futuro… finché morte non ci separi.
“Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo
Programmando la vita all’infinito”
( Jim Rohn )
Vuoi sapere cosa ha fatto della nostra vita di coppia una vita di coppia di successo?
Non pensare mai di poter cambiare l’altra persona, accettare e apprezzare pregi e difetti, totale rispetto e fiducia reciproca e dialogare, discutere, litigare, chiarire e poi mettere pace e amore.
Qualcuno dice che siamo fortunati.
Credo che la fortuna conti poco, dietro solo tanto lavoro, tanto impegno e volere che le cose funzionino.
Non so se possiamo essere d’esempio, ma questo è quello che noi facciamo tutti i giorni ormai da 54 anni perché insieme siamo una potenza.
Grazie all’universo che mi ha fatto incontrare la Ragazza Dagli Occhi Azzurri.
Claudio Esposito
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