Il Capitale Umano

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Cosa contraddistingue un’azienda di qualità? Cosa fa la differenza? Che cos’è che fa crescere un’azienda? Il capitale umano che molti imprenditori dichiarano di non avere o comunque di non riuscire a reclutare al meglio. Negli ultimi anni sempre più aziende riconoscono che il valore e il successo di un’impresa è determinato da questo asset intangibile ma estremamente concreto. Molte piccole aziende non crescono e non raggiungono il successo proprio perché non riescono ad accumulare Capitale umano. Si tratta di un valore aziendale in grado di rendere unica e inimitabile una realtà d’impresa che si distinguerà sul mercato fronteggiando la concorrenza molto spesso spietata. Per vincere le sfide del presente e del futuro non basta disporre di tecnologie avanzate, né saper applicare i migliori modelli gestionali. Sarà necessario disporre di risorse umane preparate e con caratteristiche personali idonee, in linea con la filosofia di un’azienda, e quindi in grado di perseguire, ‘insieme’, obiettivi di successo comuni. In quest’ottica aziendale la valorizzazione delle persone rappresenta un fattore fondamentale per la crescita e la buona riuscita di un’impresa, il vero elemento di distinzione tra imprese eccellenti e imprese con un forte svantaggio competitivo.
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Studi e analisi recenti sui processi che consentono il raggiungimento del vantaggio competitivo delle aziende considerano il Capitale umano una leva gestionale importante. Si tratta di una leva paragonabile alle fonti tradizionali utilizzate per raggiungere gli obiettivi (tecnologia di prodotto, risorse finanziarie, economie di scala).

Conoscenze, abilità e competenze

Il termine Capitale umano è stato introdotto dall’economista e premio Nobel Theodore Schultz (1961) e si è affermato in ambito economico negli ultimi due decenni.

Una delle più efficaci definizioni di “Capitale umano” è quella dell’Ocse, che lo qualifica come “le conoscenze, le abilità, le competenze e gli altri attributi degli individui che facilitano la creazione di benessere personale, sociale ed economico”.

Nella pratica aziendale è l’insieme delle progettualità e delle esperienze che le risorse umane di una realtà lavorativa possono attivare per incrementare il successo dell’impresa nella quale lavorano.

L’individuo è considerato, di fatto, il punto di forza di ogni organizzazione, che attraverso il proprio patrimonio di conoscenze ed abilità determina, insieme a tutti gli altri elementi del puzzle aziendale, il successo dell’impresa.

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Il Capitale umano è una risorsa strategica

Il Capitale umano non è meramente un costo aziendale ma una risorsa. Un patrimonio di competenze e di esperienze. Ogni azienda considera i propri stabilimenti produttivi parte dei propri beni e, allo stesso modo, dovrebbe contemplare il proprio capitale umano come una risorsa necessaria per la realizzazione della produzione stessa. La gestione del capitale umano è quindi diventata strategica. Anzi, secondo gli esperti è una delle principale strategie aziendali nel medio-lungo periodo, ed è quindi diventata parte integrante della programmazione aziendale. Il successo di un’impresa deriva da una gestione più efficace ed efficiente del personale dipendente. In questo contesto assume un valore fondamentale anche la formazione di tale personale, che dovrebbe essere orientata non solo verso l’acquisizione di nuove conoscenze ma anche verso la cementazione dei rapporti interpersonali e il potenziamento delle capacità relazionali ed umane di ogni persona in azienda. Si tratta di strategie che delineano non solo l’aspetto economico più stretto, ma anche uno stile relazionale più efficiente e più efficace in grado di incrementare il valore dell’azienda sul mercato. In molte aziende è ormai prassi anche una certa valutazione del Capitale umano al proprio interno attraverso pratiche strategiche nella gestione degli individui, note come SHRM – Strategic Human Resources Management. Il termine “risorsa umana” (Human Resources o HR) fu utilizzato per la prima volta da Raymond Miles per definire un certo cambiamento all’interno delle aziende: l’ottica di investire sulle performance delle persone e sull’organizzazione del loro capitale umano valorizzando gli aspetti psicologici e motivazionali.

Accumulare capitale umano

L’accumulazione di capitale umano, attraverso varie forme di apprendimento, può essere più viva negli anni giovanili ma, per far sì che il proprio essere non perda mai lo smalto necessario, dovrebbe protrarsi lungo tutto l’arco della vita individuale.

In termini economici sembra che ognuno di noi abbia un valore di 342 mila euro, un valore che possiamo incrementare costantemente ad esempio attraverso l’istruzione e la formazione professionale.

Il vero capitale umano è basato sulle caratteristiche personali di ognuno, quindi, il suo potenziamento dipende anche da altre forme di apprendimento prese:

Tale accumulazione comporta dei costi (monetari e non monetari), un investimento non solo in termini di denaro ma anche in termini di tempo e di risorse energetiche e, per di più, sottrae del tempo ad altre aree della propria vita (famiglia e affetti prima di tutto).

Le relazioni: che investimento!

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Capitale umano vuol dire anche investire nelle relazioni. Molto spesso nelle aziende (nella società, in famiglia) le difficoltà dipendono da sistemi relazionali inefficienti, o comunque che non rendono al cento per cento. In pratica, pur essendoci un bravo regista, alcune volte la sommatoria delle singole vite (professionali o anche umane) non è confortante e la convivenza è faticosa. Occorre quindi dedicarsi alla cementazione dei rapporti e alla comunicazione tra le singole tessere del mosaico. In un’azienda dove la convivenza è armoniosa, infatti, tutto fluisce nel migliore dei modi, le persone instaurano relazioni positive (e non ostili o astiose) che permettono di concretizzare una produttività più cospicua sia a livello individuale sia a livello collettivo. In sostanza, il più delle volte, non è tanto un problema di ‘incomunicabilità’ quanto un problema di ‘montaggio’, nel senso che le singole tessere del mosaico non riescono a costruire un insieme credibile e significativo. Un life coach direbbe: manca una visione comune, o meglio manca un’energia che unisce. Se ogni singola persona è chiusa nella propria logica non potrà mai aprirsi alla logica dell’altro (né tanto meno del gruppo) per costruire una ‘logica comune’.
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Tutto ciò non vuol dire sposare una logica ‘omologante’, bensì una logica in grado di ‘mettere in comune’.

Riprendendo la radice etimologica del termine ‘comune’, che tra l’altro è la stessa del termine ‘comunicazione’, possiamo dire che adottiamo una logica  cum munus: ‘cum’ ossia  ‘con’, e ‘munus’ che in latino vuol dire ‘dono’.

‘Munus’ a sua volta assume anche il significato di ‘impegno’. In effetti la comunicazione è un dono (reciproco) ma è anche un impegno. Se non ci si impegna non si può raggiungere nessun tipo di risultato, nemmeno nelle relazioni umane.

Il Capitale umano è un vero e proprio capitale!

In sintesi può essere considerato come la combinazione dei seguenti fattori: Le caratteristiche individuali che ogni persona riversa sul proprio lavoro. Parliamo di intelligenza, energia, attitudine positiva, capacità di gestire stress ed emozioni, capacità relazionali e di adattamento, problem solving, spirito d’iniziativa, dinamismo e riflessività. La capacità di imparare: prontezza, immaginazione, creatività, destrezza di pensiero. La predisposizione a condividere le informazioni: lavoro di squadra, orientamento verso obiettivi condivisi, capacità di condividere con gli altri le proprie esperienze, capacità organizzative e di coordinamento, ascolto e apprendimento dalle esperienze degli altri. In quest’ottica sono sempre di più le aziende che hanno iniziato a utilizzare nuovi modelli organizzativi in grado di valorizzare le competenze e soprattutto le attitudini personali delle persone, per migliorare l’esperienza e le esperienze dei propri dipendenti. È fondamentale, quindi generare benessere, soddisfazione e senso di appartenenza nei confronti dell’azienda, per facilitare la comunicazione tra i diversi reparti. In termini economici tutto ciò si traduce in maggiori profitti. L’azienda diventa un ambiente piacevole per i propri collaboratori che possono esprimersi al meglio mettendo a frutto le proprie capacità.
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Investire in capitale umano significa quindi investire sulle esperienze dei propri dipendenti, costruendo una cultura aziendale forte e vincente che genererà necessariamente un’azienda vincente.

“Le tecnologia reinventerà il business, ma i rapporti umani rimarranno la chiave del successo”, come diceva Stephen Covey, noto uomo d’affari, nonché educatore e scrittore, statunitense.

In pratica se una realtà imprenditoriale riesce ad orchestrare l’insieme di conoscenze, abilità, esperienze e attitudini dei dipendenti in base a ciò che richiede la propria attività, quell’organizzazione sarà in grado di raggiungere il successo prima dei competitor.

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