crisi

La Crisi è un’Opportunità

In oriente la parola “crisi” significa anche “opportunità”.

Non a caso, solamente dopo una profonda crisi, le persone hanno la possibilità di agire verso un cambiamento e un miglioramento. Purtroppo non tutti gli individui riescono a farlo.

Alcuni, infatti, si lasciano sopraffare dalla crisi e cadono in uno stato depressivo e di totale immobilismo.
Questo è un grandissimo errore!

Solo al suono di questa parola…

…si gela il sangue di Imprenditori e Collaboratori.

Quando pensiamo alla crisi ci appaiono alla mente immagini tragiche come:

-Ristoranti che non vedono un cliente da così tanto tempo da avere le ragnatele alle pareti e la polvere sui tavoli;

-Padroni di aziende sull’orlo del fallimento che, in lacrime, sono costretti ad applicare pesanti tagli al personale, mentre i collaboratori licenziati in ginocchio, supplicano di non essere cacciati;

-Il conduttore del Telegiornale con tono intimidatorio lancia allarmi sulla disoccupazione giovanile, avvertendo di come stia crescendo vertiginosamente, giorno dopo giorno;

crisi opportunità

Eppure

In questo scenario di lacrime e disperazione, si vede in lontananza uno spiraglio di speranza.

Nel 2014, periodo di piena crisi, il Sole24ore ha riportato che in Italia la percentuale di persone ricche è aumentata del 16% , arrivando a essere 203.000 i ricchi in Italia.

Com’è possibile che ci siano persone che nuotano letteralmente nell’oro come Zio Paperone, mentre altre sono costrette a rinunciare a mandare i figli a scuola calcio per arrivare a fine mese?

Differenza fra “domanda e offerta”

crisi opportunità

Possiamo trovare questa risposta, ponendoci un’altra domanda ancora più diretta:

Quand’è che un’azienda entra in crisi economica?

Un’azienda entra in crisi economica nel momento in cui inizia a esserci una differenza tra ciò che l’azienda offre e ciò che il mercato chiede.

Un’azienda inizia a entrare in crisi quando smette di adattarsi a ciò che il mercato chiede.  La crisi non è altro che un cambiamento breve che incontra rigidità o Resistenza.

Ti ricordi della Kodak?

Sono certo che ti ricordi di Kodak, l’ex colosso del mercato fotografico.

Come riportato da WiredKodak è passata da avere 140.000 dipendenti e 19 miliardi di dollari di fatturato nel 1990, ad avere 8000 dipendenti e 7 miliardi di dollari di debiti nel 2012. Perché?

Molto semplicemente perché volevano tutelare il proprio vantaggio sul mercato rifiutandosi di innovarsi.

L’importanza dell’innovazione

Possedevano oltre 100.000 chioschi per la stampa di immagini e hanno rinunciato a un mercato che ha avuto un incremento di quasi 5 volte, nei 10 anni successivi.

E sì che la possibilità di innovarsi e mantenere un notevole vantaggio sul mercato l’hanno avuta.

Pensa che il primo prototipo di macchina fotografica digitale fu realizzato proprio da un ingegnere della Kodak: Steven Sasson.

Ma quando presentò il prototipo la risposta di Kodak fu “Steven, le foto su uno schermo non le guarderà nessuno, fidati”.

Kodak
La macchina pesava 3,6 chilogrammi. L’immagine di 100X100 pixel veniva scattata in 50 millisecondi, registrata su una cassetta durante un periodo di tempo di 23 secondi, per poi essere visualizzata su schermo mediante un registratore che impiegava 30 secondi per elaborare i dati.

Steve Sasson, però, nel 1978 riesce a brevettare la prima fotocamera digitale che venne chiamata “Fotocamera elettronica”.

Purtroppo gli venne imposto di non parlarne pubblicamente e di non mostrare il prototipo a nessuno, all’infuori di Kodak.

Grandissimo errore!

Questa negligenza di Kodak ha permesso ad aziende più lungimiranti come la Sony, di farsi breccia nel mercato e, nel 2015, la Sony ha ottenuto un fatturato di 664 milioni di €, di cui il 15,4%  è stato prodotto dal settore della fotografia digitale.

Come puoi vedere, la crisi è stata una ghigliottina per Kodak e un trampolino di lancio per la Sony.

Ecco le 3 lezioni che puoi imparare da questa storia:

Ascolta sempre il mercato: cresci ed evolvi costantemente

Che tu abbia un’azienda o che tu sia un collaboratore, cerca di essere sempre sul pezzo. Quello che oggi è lo standard, domani potrebbe essere obsoleto. Non fossilizzarti mai su un prodotto, non tentare di imporre al mercato quello che interessa a te. Tieni sempre un orecchio sul mercato e cerca di evolvere di conseguenza. Tanto, se non lo farai tu, lo farà qualcun altro.

E lo stesso vale anche se sei un collaboratore.

Non fossilizzarti su delle competenze obsolete, cerca di formarti quanto più possibile su ciò che le aziende cercano.

Per esempio è inutile essere il re delle pubblicità creative sul giornale se poi ciò che le aziende vogliono sono specialisti di online direct marketing.

Sfrutta le brecce lasciate dai competitor: Trova inefficienze nel mercato… lì troverai guadagno

Sii sempre la Sony della situazione.

Se hai un ristorante e sai che il servizio più richiesto dalle persone è la cena con menù fisso, tutto compreso a 15€, mentre i tuoi competitor insistono nel fare dell’altro, cosa devi fare?

Fallo tu.

Soprattutto, se ancora non lo fanno altri.

La crisi è una benedizione perché ti avvisa che hai smesso di crescere

La crisi, quindi, non deve essere vissuta come una disgrazia ma come un’occasione.

Un’opportunità importante e utile.

Nel 1955, il grande Albert Einstein lo aveva già compreso:

opportunità

Parola di Albert Einstein

“Non pretendiamo che le cose cambino, se facciamo sempre la stessa cosa.

La crisi è la migliore benedizione che può arrivare alle persone perché porta progressi.

La creatività nasce dalle difficoltà, nello stesso modo in cui il giorno nasce dalla notte oscura.

E’ dalla crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.

Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato.

Chi attribuisce alla crisi i propri insuccessi e disagi, inibisce il proprio talento e ha più rispetto dei problemi che delle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza.

Senza crisi non ci sono sfide. Senza crisi non ci sono meriti.

E’ dalla crisi che affiora il meglio di ciascuno.

Dobbiamo lavorare duro.

Terminiamo definitivamente con l’unica crisi che ci minaccia, cioè la tragedia di non voler lottare per superarla”.

Grazie per aver letto questo articolo fino alla fine.

Per continuare a crescere e diventare la persona di successo a 360 gradi che sei, capisci se Io Creo il Mio destino è il posto giusto per te.

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