di Giada V.
È successo molto tempo fa, ero molto piccola, pioveva, ricordo ancora le gocce che sbattevano contro ai vetri, ero rimasta sola, nell’aula di computer di una scuola troppo grande per un bimba così piccola, poi arrivò quell’orco, che mi rubò la cosa più importante che avevo: la mia innocenza.
Ho passato anni a sognare quel momento, mi svegliavo nella notte urlando… poi un giorno mentre mia madre era con le sue amiche e mi stava preparando le crepès, lessero sul giornale la storia di un abuso avvenuto in una scuola, improvvisamente io dissi “mamma è successo anche a me”, mia madre era distrutta, penso che il suo cuore smise di battere in quel momento per poi diventare di pietra…
da quel giorno non preparò mai più le crèpes…
Il giorno dopo che le raccontai cosa mi era successo, arrivai a scuola e tutti piangevano, l’orco che era il mio maestro si era tolto la vita…
Mi sentii in colpa per anni, mi odiavo, nell’adolescenza avevo sviluppato una vera e propria ossessione per l’amore,
ma come potevo trovarlo se mi odiavo a tal punto da cercare solo ragazzi che mi umiliavano, e mi facevano sentire sbagliata in ogni situazione?
Quante donne che non superano gli abusi subiti sono poi vittime di uomini che le maltrattano fisicamente e psicologicamente, quanta infelicità può portare vivere certe situazioni, quanto dolore può portare altro dolore se non si cerca una via d’uscita…
Avevo relazioni che mi facevano sentire vuota, usavo il mio corpo per sentirmi amata ma in realtà soffrivo ogni volta che venivo toccata, soffrivo di attacchi di panico di ansia.
Ho provato a togliermi la vita 2 volte.
Sono stata ancora abusata e poi ho incontrato un ragazzo che mi fece innamorare a tal punto che scappai di casa, lui era stato abusato da due amici di suo papà ed era poi cresciuto in una casa famiglia: attraiamo le persone simili a noi.
Infatti lui era come me, solo che, non avendo superato il suo dolore, si era dato agli stupefacenti.
Io mi ero ripromessa di non fare mai uso di sostanza perché quando avevo 13 anni avevo perso un caro amico per colpa di una sostanza tagliata male, un giovane dj di soli 19 anni, molto promettente, che poteva avere una vita piena di gioia.
Tornando alla storia, dopo essere scappata per più volte di casa i miei genitori avevano deciso di mandarmi in una casa famiglia per proteggermi da me stessa.
Eravamo tutte ragazze adolescenti , quel posto era nel sotterraneo di un palazzo che si affacciava ad un giardino letteralmente infestato dai ratti ma lì, lontana dal mio caos, nonostante mi mancassero i miei genitori, mi ero sentita per la prima volta protetta.
La mia migliore amica era una ragazza nigeriana che a soli 12 anni, per provvedere a mantenere i suoi 9 fratelli dopo la tragica morte di entrambi i genitori, era stata portata in Italia con la promessa di un lavoro, mentre una volta arrivata fu messa per strada a prostituirsi, vi immaginate una ragazzina di 12 anni ad affrontare tutto questo?
Era la ragazza più solare e grata che avessi mai conosciuto, un poliziotto l’aveva salvata da quella terribile situazione, anche se poi quello che successe è una lunga lunga storia….
Durante la mia permanenza in quel posto incontrai un ragazzo marocchino che viveva nella casa famiglia maschile, lui era arrivato sotto un camion dal Marocco a soli 9 anni, è incredibile quante persone con infanzie terribili conobbi in quel posto, le sofferenze più inimmaginabili le passano proprio creature innocenti come bambini che sono obbligati a crescere in fretta per le esigenze della vita.
Ci innamorammo e passammo molti anni insieme anche se la nostra storia era una continua discussione, tradimento e ancora umiliazione, io avevo finito la scuola e lavoravo come parrucchiera lui andava ancora a scuola ma decidemmo di andare a vivere insieme, non lo amavo da tempo ma quella situazione così tossica mi dava un senso di sicurezza che non avevo mai provato prima.
Un giorno una delle sagge donne che incontrai in quegli anni mi disse “piccola devi scegliere se seguire il bene o il male” e allora iniziai il mio cammino di fede:
volevo essere felice ad ogni costo e avrei perseguito il bene qualsiasi cosa volesse dire.
Quando capii che essere felice significava staccarmi da quella relazione decisi che volevo lasciarlo definitivamente.
Rimasi incinta, ero così giovane e pensavo che quel bimbo mi avrebbe finalmente dato l’amore che mi era mancato in tutti quegli anni, dicevo continuamente che sarebbe stato il mio bimbo per sempre, ancora non lo sapevo a quei tempi, ma analizzando ora la situazione credo proprio che avevo ragione.
Nacque per miracolo, stavamo per morire entrambi durante il parto, ma lui come il più forte dei soldati si aggrappò alla vita, e dopo ore e ore di sofferenza uscì dal mio ventre, quando lo presi in braccio credo di essere rinata insieme a lui, provai un amore cosi grande che mi sembrava irreale.
Volevo a tutti i costi che entrambi fossimo felici ma, a 19 anni, da sola con un bambino e una situazione amorosa disastrosa non fu affatto facile.
In quei mesi io e il suo papà ci lasciammo tante volte, spesso dormivo a casa della mia amica nigeriana che nel frattempo aveva avuto 2 gemelli ed era rimasta sola insieme a loro, ci aiutavamo e sostenevamo a vicenda… ma dopo un anno circa lei andò coi suoi piccoli a vivere in Germania, in quel periodo a mio figlio venne una febbre alta che durò due mesi e tra ospedali e casa, restai di nuovo incinta… incoscienza?
Pensavo che qualsiasi cosa fosse successa avrei lottato per i miei figli e che li avrei fatti vivere una vita felice a qualsiasi costo, avevo la mia Fede sempre con me, che mi diede il coraggio di prendere le decisioni e la forza per superare quei periodi così difficili col sorriso.
La febbre passò senza risposte, ma mio figlio era cambiato, aveva smesso di parlare, di guardarmi negli occhi, di giocare con gli altri bimbi, i dottori mi rassicuravano dicendo che era solo una fase, e nel frattempo nacque il secondo figlio, un altro amore nella mia vita, ero piena di gioia e aspettative, ma la realtà mi fece tornare subito alla situazione, così dopo l’ennesima lite sfociata in botte, decisi di lasciare il loro padre dopo appena 2 mesi dalla nascita del secondo figlio.
Mi trasferii in un’altra città e ricominciai, di nuovo.
Non avevo paura, anche se la situazione non era un granchè:
avevo trovato una bella casa, lavoravo giorno e notte ma il cielo mi aiutò a trovare un aiuto con i bambini, una santa donna che ci ha aiutato per tutto il tempo che siamo stati lì.
Il bimbo grande dopo un paio di mesi iniziò la scuola e da subito mi dissero che aveva dei problemi, io non volevo pensarci: era il mio bambino ed ero determinata a farlo essere felice…
Quei mesi furono difficili, vivevamo a 10 km dal paese e io non avevo la macchina, lavoravo tanto, e per di più non avevamo l’acqua calda, quindi lavavo i bambini scaldando le pentole dell’acqua calda e immergendoli poi nelle vasche per bambini.
Se ci penso ora che a 21 anni ho superato tutte quelle avversità, mi sembra di aver vissuto mille vite!
Nel nostro caos avevamo trovato l’equilibrio, anche mio figlio sembrava più sereno.
Incominciai ad amarmi, ad apprezzare la mia forza e la mia determinazione.
Ero grata per tutto quello che avevo, avevo anche aiutato una donna con suo figlio per un po’ di tempo, il dolore stava sparendo facendo posto alla consapevolezza di chi ero davvero: una donna forte.
Non mi sentivo più una vittima, dopo tutte le scelte sbagliate che avevo fatto, avevo i miei amori, una casa e un lavoro, ma poi… Un giorno il padre dei bambini mi minacciò.
Aveva preso una brutta strada, non lo riconoscevo più.
Era pericoloso e imprevedibile così, finalmente, presi una decisione saggia: tornare a casa da mia madre, dopo 8 anni e con 2 figli piccoli.
Ricominciai di nuovo tutto da capo, trovai 2 lavori e presi una casetta tutta per noi, nel frattempo mio figlio fece la prima visita specialistica, responso AUTISMO INFANTILE, io sentivo che potevo superare ogni cosa, ma mio figlio, il mio amore…
Come potevo essere abbastanza per lui?
Come potevo rendere la sua vita felice se la società stessa gli sarebbe stata di ostacolo?
Come potevo entrare nel suo mondo se era differente dal mio?
Ho risposto subito alle mie mille domande con Amore e Fede.
Passarono i mesi, i bambini andavano a scuola, si trovavano bene, le loro maestre gli volevano bene e li accompagnavano nella crescita nel migliore dei modi.
Avevo trovato un lavoro indeterminato, a 40 km di distanza.
A volte mi sentivo sola, ma amavo i miei bambini e amavo immensamente me stessa.
Mio figlio spesso aveva delle crisi e affrontare tutto era difficile, avevo bisogno di un uomo che ci amasse e si prendesse cura di noi!
Mi ricordo una mattina in cui, come al solito, mi alzavo alle 3 e mezza per pregare.
Chiesi al cielo di mandarmi un uomo come mio padre, che mi trattasse come una regina e amasse i miei figli come se fossero i suoi, passarono 3 giorni e quell’uomo arrivò.
Si chiama come mio padre ed è identico a lui nei modi di fare.
Ci ama immensamente e ha cresciuto i bambini come se fossero i suoi, oggi sono 6 anni che siamo sposati.
Ho dovuto ricominciare più volte di quanto le persone normali fanno, ho dovuto passare l’inferno per raggiungere il paradiso, e sono stata felice quando ho deciso che ogni cosa che fosse successa io sarei rimasta piena di gioia e gratitudine.
Quando ho deciso di amarmi, quando ho avuto il coraggio di liberarmi dalle situazioni che mi facevano male, quando mi sono liberata dal senso di colpa, ho deciso di essere felice.
Quello che mi era successo da piccola non è stata colpa mia, ma ha influenzato negativamente le mie scelte.
Sono rinata quando ho scelto di cambiare il modo di vedere le cose, ed essere felice di quello che avevo piuttosto che disperata per la situazione in cui mi trovavo.
I miei figli mi hanno dato la forza di rinascere, sono nata insieme a loro quando li ho messi al mondo e, nonostante il grande sia autistico, per me è un miracolo, un angelo che Dio mi ha affidato perché sa che io posso creare un angolo di paradiso per lui e per i ragazzi speciali come lui!
Insieme a mio marito ho scoperto quanto i nostri pensieri possono essere potenti se accompagnati da un desiderio ardente, infatti, oltre ad incontrarlo, abbiamo aperto un’attività, che poi abbiamo dovuto chiudere a causa del covid, ma noi che amiamo la vita (che ci offre opportunità sempre nuove) abbiamo riscoperto le nostre strade.
Mentre lui ha avviato la sua impresa nell’edilizia, io mi sono appassionata ai percorsi di crescita personale e con questo splendido percorso ho trovato il mio obbiettivo, il mio scopo, perché una vita senza obiettivi è come una foglia nel vento.
Mi sono resa conto che noi possiamo decidere di essere e fare ogni cosa.
I limiti che ci poniamo vengono solo dalla nostra mente, un uomo con una mente limitata vivrà una vita limitata, mentre un uomo con uno scopo, senza paura e con grande fede, conquisterà ogni cosa. Così come un uomo pensa, egli è.
Il mio grande obiettivo è quello di costruire un villaggio del benessere dove far lavorare i ragazzi con disabilità, perché loro meritano un’opportunità di avere una vita dignitosa.
Abbiate obiettivi grandi, non fatevi guidare dal vento.
Scegliete ogni passo che dovete fare, ma prima di ogni cosa scegliete di amarvi, di amare i vostri difetti e di essere felici ogni giorno.
Imparate a controllare i vostri pensieri e trovate il vostro scopo in questa vita.
Non accontentatevi di sopravvivere ma scegliete di vivere e questa sarà la miglior decisione che potrete prendere.
Con affetto,
Giada V.